Gustavo Benucci
"Una città, una campagna, da lontano sono una città e un campagna. Ma a mano a mano che ci si avvicina, ecco le case, gli alberi, le tuie, le foglie, l'erba, le formiche, le zampette delle formiche all'infinito..."
(Pascal)
Sono nato a Perugia. Il Subasio, la Valle del Tevere, la mole di San Domenico, il campanile di San Pietro, sono le prime immagini percepite dai miei occhi: ed è stata la mia città.
Ancora bambino, Livorno, il porto, le bitte d'ormeggio, le sirene delle navi, è stata la mia città.
E poi Terni, via Cesare Battisti, la scuola media con gli amici presto perduti e molto più tardi ritrovati, è ancora stata la mia città.
Roma, la guerra, via Margutta, gli studi di Angelo Savelli, di Omiccioli, di Mafai, il fascino di un mondo che, ragazzo, sentii subito essere il mio per sempre, è stata la mia città.
A vent'anni di nuovo Perugia, la prima mostra personale alla Galleria Nuova, i primi passi. Poi la mia città è stata il Trasimeno, le campagne, i boschi, l'automobile dentro la quale ho dipinto per anni, inseguendo l'alternarsi delle stagioni.
In un momento difficile della mia vita, i rifiuti lungo le rive scoscese di un torrente di montagna vicino Trento, vecchi barattoli, bambole rotte, plastiche: è stata la mia città. E la mia città è stata, su una spiaggia deserta dell'Adriatico, una rete da seppie strappata e il volo di un gabbiano.
La Romagna, Bertinoro, quasi una terra promessa, i nuovi e per sempre cari amici, una sala di Villa Prati dove ho dipinto la rabbia e la gioia di essere vivo, l'impegno morale di un lavoro ancora da fare, è stata la mia città.
Infine, ancora Perugia, lasciata dignitosamente povera e ritrova orgogliosamente ricca; lo studio sotto la stanza dove sono nato, i vecchi familiari tetti in una festa di sole, in un'angoscia dolce di nebbia, in un candore gelido di neve. I vecchi borghi, l'Acquedotto, le vecchie case con i muri scrostati e scoloriti ma ricchi di un antica nobiltà, una persiana socchiusa, una luce su un vetro, un'ombra su un muro di pietre antiche, è stata la mia città.
Ed è a questa città e a questa antica memoria che dedico la mia mostra.